Da quasi un secolo la Ditta Albano produce ferri battuti. Un secolo che attraversa le tappe più significative dell'arte fabbrile compreso quel periodo Liberty che tanto ha segnato questo settore delle arti applicate, avvicinandolo alla scultura.
Molte le opere pubbliche eseguite dalla Ditta Albano, sopratutto di restauro, ma altrettanto numerose quelle commissionate dalla committenza privata, che ha trovato negli Albano, Pietro e Giovanni, non soltanto due interpreti della tradizione, ma una coppia di geniali creatori e realizzatori di opere assolutamente innovative.

Un patrimonio culturale che, lungi dall'essere statico, continuamente si arrichisce di nuove creazioni.



Come nasce l'amore della famiglia Albano per l'arte fabbrile?

Forse dalla nostra città natale, Casale Monferrato. Apostrofata la Siena del Piemonte, accoglie un gran numero di opere fabbrili tra l'altro incluse in una famosa pubblicazione di Augusto Pedrini “Il ferro battuto sbalzato e cesellato in Italia”. Tutto inizia negli anni '20 quando con amore e dedizione Giovanni Albano si accosta alla lavorazione del Ferro Battuto con una convinzione: “l'artigianato non è solo una questione di abilità manuale ma è il connubbio tra tecnica e inventiva”. Tecnica che appresa “a bottega” viene affinata poi conmezzi propri a cui si aggiunge la creatività frutto di uno studio costante.



A quali maestri si è ispirato il Vostro predecessore?

Dal Caparra al Poillerat, da Malagoli a Shindler, da Mazzucoteli all'ineguagliabile Jean Lamour artefice delle celebri cancellate di P.zza Stanislas a Nancy (Francia) un maestro di cui abbiamo fatto nostro il motto: con il ferro si può fare tutto: pittura, scultura, architettura. Un patrimonio culturale che ci è stato tramandato attraverso la creazione di una libreria d'arte (in generale) fabbrile in particolare, che costituisce tutt'ora una fonte di continua ispirazione. Un'ispirazione foriera di creazioni sempre nuove.



Come prosegue la vostra storia?

Sin da giovane Pietro affianca il padre. Frequenterà l'atelier dello scultore Capra, allievo del più celebre Leonardo Bistolfi, attivo a Milano nell'epoca del Liberty, per apprendere la padronanza delle forme, del modellare con la creta, primo passo per la realizzazione di sbalzi in ferro e in rame. Nel frattempo vengono eseguiti lavori che attestano la professionalità di Giovanni e Pietro, in ambienti di particolare pregio: oculi/inferriate per scaloni di Palazzo Langosco in Casale, oggi sede della Bibblioteca civica; balaustra a protezione di un trittico d'arte valenzana del 400, con la supervisione della Dott.ssa Noemi Gabrieli sovrintendente delle Belle Arti, il restauro di una rostra pubblicata dal Pedrini.

Negli anni '80 anche il figlio segue le orme paterne, non per rifugio ma per convinzione. Si accresce la collaborazione con i tecnici, così come la produzione di opere completamente autonome (dal progetto alla realizzazione). Vengono eseguiti i cancelli per il chiostro cinquecentesco della Chiesa di S. Domenico, il portale della Banca d'Italia oggi C.R.T. entrambi in Casale. Il bacino si allarga, la clientela si espande, la Ditta Albano prende lavori e commissioni in Francia e compare su importanti pubblicazioni nazionali e internazionali.